
Perimplantite: cos’è, cause e prevenzione
Perimplantite: problema + soluzione = non farsela venire!!!
Perimplantite, cosa vi ricorda questo nome?
Forse la Parodontite di cui abbiamo già parlato in passato.
Ricordate? È la malattia cronica infettiva favorita da molteplici fattori e causata da placca e tartaro in eccesso, che se non curata con un’attenta prevenzione personale e professionale può portare alla perdita dell’osso di supporto dei denti e quindi alla perdita dei denti stessi.
La Perimplantite è, semplificando, la stessa cosa, solo che l’infezione in questo caso colpisce gli impianti dentali che sono stati inseriti per sostituire i denti naturali.
Quindi gli impianti (anche se sono di titanio, anche se sono nuovi, anche se costano un sacco di soldi) si possono perdere??? Esattamente. E se guardiamo i fattori di rischio per la Perimplantite, questi sono sovrapponibili a quelli per la parodontite: facilitano l’insorgenza della perimplantite una scarsa igiene orale, uno stile di vita sbagliato, fumo o una cattiva alimentazione.
Quindi il paziente che ha perduto i propri denti a causa della malattia parodontale non può mettere gli impianti?
Questa è una bella domanda, alla quale il dentista ha il dovere di dare una risposta chiara.
Deve spiegare che per questi pazienti gli impianti possono essere una seconda occasione per avere una dentatura fissa che consenta una buona masticazione, una buona funzionalità, una buona estetica e tutti i vantaggi che ne conseguono per la salute generale e la vita di relazione.
Il prezzo di tutto questo (oltre a quello economico) è spesso un cambiamento più o meno drastico delle proprie abitudini igieniche, alimentari e comportamentali.
Capita, purtroppo, che dopo una riabilitazione implantare, alcuni pazienti, dopo un primo periodo in cui si presentano regolarmente ai controlli, interrompano le sedute di igiene orale perché “va tutto bene” e ripresentandosi dal dentista solo quando c’è qualche problema: esattamente lo stesso comportamento che adottavano per la dentatura naturale che hanno perduto.
Quindi il dentista, con tutto il team odontoiatrico deve avere la capacità di essere un coach che affianca il paziente anche da un punto di vista psicologico in un percorso di riabilitazione e di mantenimento dei risultati ottenuti a lungo termine.
L’altra domanda che viene sempre rivolta al dentista è: quanto dura quindi un impianto nel tempo?
Anche questa è una bella domanda e, da quanto abbiamo detto, la risposta è quella di sempre: dipende da quanto il team è stato convincente nel suggerire un mantenimento scrupoloso e da quanto il paziente è disposto a seguire questi consigli.
Possiamo però dire, per concludere, che nella nostra esperienze di quasi trent’anni di implantologia, che i pazienti scrupolosi, che fanno controlli regolari e che hanno una buona igiene orale, conservano a lungo i loro impianti. Molti per quasi trent’anni…