Oggi parliamo delle… Osas: le apnee ostruttive del sonno
Oggi parliamo di una patologia poco conosciuta e sottostimata dai pazienti: le OSAS
Con l’acronimo OSAS (obstructive sleep apnea syndrome) indichiamo la sindrome delle apnee ostruttive del sonno.
Si tratta di un disturbo che colpisce, solo in Italia, milioni di persone e si presenta con parziali o totali interruzioni del flusso d’aria durante il sonno.
Le cause possono essere: un collasso o rilassamento dei muscoli del collo che sostengono le vie aeree, dimensioni eccessive di tonsille o lingua, oppure problemi di obesità e sovrappeso.
Chi è affetto da OSAS, durante il sonno, ha molti periodi in cui il respiro si ferma. E questo per 10 secondi o più.
Ogni volta che si verifica un’apnea, il nostro cervello produce dei microrisvegli (spesso non ci si accorge nemmeno di esserci svegliati) per far si che si possa ritornare a respirare. Naturalmente più apnee ci sono e più il sonno risulta frammentato e poco ristoratore, dando origine ad effetti come: sonnolenza diurna, difficoltà nella concentrazione, aumento dei livelli di stress e di irritabilità, mal di testa mattutino. Oltre a questo, nei casi più gravi, la ipoossigenazione legata alle apnee può causare danni cardiocircolatori e cerebrali, con gravi conseguenze per la salute generale.
Lo studio Ferman assicura, nei suoi protocolli di screning iniziale dei suoi pazienti questionari specifici per l’individuazione dei pazienti affetti da OSAS.